La “raccolta della nebbia” è un metodo per catturare e stoccare acqua dalla nebbia, essenziale per affrontare la siccità e la desertificazione causate dal cambiamento climatico. Un nuovo studio dell’Universidad Mayor, Cile, pubblicato su Frontiers in Environmental Science, evidenzia come l’uso dell’acqua da nebbia possa passare da una soluzione rurale a una risorsa utile per intere città. Virginia Carter Gamberini, prima autrice dello studio, sottolinea che la nebbia può essere una fonte d’acqua complementare nelle aree aride.
I collettori di nebbia, costituiti da una maglia sospesa tra pali, raccolgono l’umidità che si accumula e viene convogliata in serbatoi di stoccaggio. Questo sistema passivo non richiede energia esterna. Lo studio, realizzato ad Alto Hospicio, un comune nel deserto di Atacama, ha rivelato che solo l’1,6% degli insediamenti informali ha accesso a reti idriche, mentre la maggior parte riceve acqua tramite autocisterne.
Carter afferma che l’acqua da nebbia può migliorare la qualità della vita degli abitanti. Si stima che in un’area di 100 chilometri quadrati attorno ad Alto Hospicio si possano raccogliere da 0,2 a 5 litri di acqua da nebbia per metro quadrato al giorno, con picchi fino a 10 litri durante i mesi di maggiore raccolta. Nathalie Verbrugghe, coautrice dello studio, evidenzia il potenziale di questo metodo in altre città con scarsità d’acqua, avvertendo però che non deve essere l’unica soluzione. L’acqua raccolta potrebbe essere utilizzata per bere, irrigare spazi verdi e produrre cibo locale.