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sabato – 8 Novembre 2025

Recessione in Italia

Nel trimestre fino a settembre, il Pil è calato in Italia rispetto al precedente, dopo essere già sceso nel trimestre precedente. Una definizione ufficiale di recessione sono due trimestri di fila dove il dato, al netto dell’inflazione, cala. Il Pil del terzo trimestre è uscito “invariato”, ma in realtà è più arrotondato dall’Istat e nel trimestre fino a settembre il Pil è calato in Italia rispetto al trimestre precedente.

La Cina copre a costi minori e non di rado a contenuto tecnologico uguale o maggiore la gran parte delle categorie prodotto che caratterizzano l’Italia. Il grado di concorrenza in alcuni settori fondamentali si riduce a favore di pochi grandi operatori dotati di rapporti con la politica.

Il governo continua ad impegnarsi a privatizzare in futuro, ma ad allargare la sua presenza nelle imprese sul mercato. Il calo della concorrenza produce forti aumenti dei fatturati e dei margini delle società di rete a controllo pubblico.

L’Italia sta perdendo in media 126 mila abitanti all’anno e il Pil è cresciuto di appena l’1,44% negli ultimi tre anni. La produttività è calata di oltre il 3% in tre anni. La stessa domanda posta alle classi di governo in Cina o negli Stati Uniti avrebbe risposte chiare, benché magari non condivise.

Il modello che sta emergendo in Italia potrebbe essere definito come capitalismo oligarchico di Stato, dove pochi uomini d’affari godono di un rapporto privilegiato con la politica. Il governo sembra disposto a fare molto e magari forzare qualche regola per favorire questi soggetti.

In Italia, la produzione industriale è di 8,4 punti percentuali sotto ai livelli del 2021 e la crescita dell’export è sostanzialmente ferma. Il Paese sta perdendo in media 126 mila abitanti all’anno, il che significa perdere in modo diretto 2,3 miliardi di fatturato all’anno.

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