Nel 2024, il numero di conflitti interstatali ha raggiunto un record con 61 eventi, il dato più alto dalla Seconda guerra mondiale. Le guerre su larga scala sono state 11, con circa 160 mila morti a livello globale, mantenendo un numero stabile rispetto al 2023, ma con un incremento del 31% delle vittime civili.
I conflitti più significativi includono la guerra in Ucraina, che prosegue senza sostanziali cambiamenti, e gli scontri a Gaza, caratterizzati da un alto numero di vittime civili. Secondo uno studio dell’Uppsala Conflict Data Program, solo cinque conflitti attivi nel 2023 sono stati dichiarati inattivi nel 2024, segnando il minimo dal 2013. Non è diminuita alcuna guerra che abbia causato almeno mille vittime durante l’anno.
I conflitti su larga scala, oltre all’Ucraina e Gaza, comprendono gli scontri tra Israele e Hezbollah, le tensioni tra Israele e Iran, la guerra in Myanmar, i conflitti in Pakistan contro i talebani, le violenze ad Haiti, gli scontri tra Kirghizistan e Tagikistan e le tensioni tra India e Cina per l’Aksai Chin.
Nel complesso, il 2024 è stato definito il peggior anno in termini di conflitti dal 1945, con un aumento significativo delle vittime civili, di cui quasi 14 mila. Il gruppo terroristico Stato Islamico è responsabile della maggior parte delle morti, segnatamente nella Repubblica Democratica del Congo. Questi dati suggeriscono una continua instabilità globale e un incremento della violenza.
Elaborazione AI: RassegnaNotizie.it
Fonte: www.lettera43.it