La storia dei referendum italiani è stata molto varia. Ci sono stati referendum inutili, dannosi e decisivi, sia di nome che di fatto. I referendum decisivi si riconoscono perché hanno ridisegnato i confini del campo di gioco della democrazia italiana. Un esempio è il referendum sulla scelta tra monarchia e repubblica, dove il 46% che aveva scelto la monarchia dovette accettare di giocare in uno spazio diverso.
Altri esempi di referendum decisivi sono quelli sulla legge elettorale, sul divorzio e sulla scala mobile. Questi referendum hanno contribuito a rimodellare i contorni della democrazia italiana, negando alla Chiesa cattolica e al blocco CGIL-PCI il diritto di veto. Il carattere decisivo di questi referendum si rivela nel fatto che, dopo di allora, né i cattolici né il complesso CGIL-PCI hanno preteso di tornare indietro.
Il prossimo referendum sulla divisione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri potrebbe essere un referendum decisivo. La riforma approvata dal Parlamento potrebbe cambiare i rapporti tra cittadini, giustizia e politica. Se gli elettori confermeranno la riforma, il “campo largo” potrebbe pagare un prezzo altissimo, e il Partito Democratico dovrà contraddire il suo essersi contraddetto. La segreteria Schlein potrebbe non sopravvivere politicamente ad una eventuale sconfitta referendaria.

