I negoziati per la pace in Medio Oriente, che coinvolgono attivamente gli Stati Uniti, sono attualmente bloccati a causa del piano di fuga di Yahya Sinwar, leader di Hamas. Sinwar, responsabile del massacro del 7 ottobre e ora rifugiato nei tunnel di Gaza, richiede un salvacondotto per poter scappare in Iran con 22 ostaggi israeliani, le sue due mogli, i figli e una significativa somma di denaro. Con la consapevolezza che la sua leadership è minacciata e che la capacità militare di Gaza è stata compromessa dopo mesi di conflitto, Sinwar sta cercando di evitare la stessa sorte del suo predecessore, Ismail Haniyeh, ucciso a Teheran.
Le sue richieste a Israele sono due: la libertà di movimento attraverso il “Corridoio Filadelfia”, l’unica via terrestre che non è sotto il controllo israeliano, e il rilascio di almeno 150 prigionieri palestinesi. Tuttavia, il governo di Netanyahu considera entrambi i punti non negoziabili, nonostante le pressioni da parte di Stati Uniti, Egitto e Qatar. Netanyahu non è disposto a concedere l’accesso al corridoio, noto per il traffico di armi iraniane e aiuti umanitari mascherati.
Le discussioni si sono complicate ulteriormente, poiché Hamas potrebbe richiedere un numero ancora maggiore di prigionieri di quelli formalmente dichiarati. Gli americani stimano che il numero possa arrivare fino a mille. Il piano di fuga di Sinwar è diventato oggetto di attenzione internazionale, con i dettagli riportati dal “Jewish Chronicle”, una pubblicazione ben informata e storicamente rilevante.
L’accordo sembra bloccato e le recenti affermazioni ottimistiche del Segretario di Stato americano Antony Blinken potrebbero rivelarsi premature. I timori riguardo a un possibile aumento della violenza e alla perdita di tempo si fanno sempre più concreti. Washington ha inviato un chiaro ultimatum a Sinwar, avvisandolo che dovrà scegliere tra negoziare un accordo o affrontare la cattura, e analogamente ha avvertito Netanyahu della necessità di accettare le trattative.
In sintesi, la situazione rimane estremamente tesa e tutto ruota attorno alla figura di Sinwar, rendendo incerta la prospettiva di una risoluzione pacifica nel prossimo futuro.