Nel 2024, si registra un forte calo degli attacchi di squalo non provocati, con solo 47 episodi documentati, rispetto a una media di circa 70 negli anni precedenti. Il report dell’International Shark Attack File (Isaf), gestito dal Florida Museum of Natural History, evidenzia anche una diminuzione dei decessi, con solo quattro vittime a livello mondiale. Gli Stati Uniti hanno avuto il maggior numero di attacchi, con 28 incidenti, di cui 14 in Florida. L’Australia ha visto una riduzione degli attacchi, senza decessi, mentre paesi come Egitto, Belize, Maldive, Mozambico, Polinesia Francese e Thailandia hanno registrato casi isolati.
Un episodio particolare si è verificato al largo del Sahara Occidentale, dove una turista tedesca è stata attaccata e ha perso la vita. Gavin Naylor, del Florida Program for Shark Research, sottolinea che comprendere il comportamento degli squali è fondamentale per capire la causa degli attacchi, molti dei quali sono attribuibili a errori di identificazione. Nel 2024, i surfisti rappresentano il 33% di tutti gli attacchi, poiché il surf avviene in acque torbide, dove gli squali potrebbero confondere le persone con le loro prede.
Gli autori del report affermano che il rischio di attacchi non provocati da squali rimane molto basso rispetto ad altri pericoli marini. Essi evidenziano l’importanza di monitorare continuamente le condizioni ambientali, poiché il cambiamento climatico e la pesca intensiva possono influenzare i comportamenti degli squali. Conoscere e adottare comportamenti sicuri, come evitare acque torbide e indossare gioielli riflettenti, è essenziale per ridurre il rischio di attacchi.
