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martedì, 10 Dicembre, 2024
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Rigopiano: Il PG di Cassazione Richiede un Nuovo Processo per il Prefetto

L’argomento in questione riguarda le richieste formulate dal procuratore generale della sesta sezione penale della Corte di Cassazione in merito al processo per la strage di Rigopiano, avvenuta il 18 gennaio 2017 a causa di una valanga che colpì l’hotel ‘Rigopiano’, causando la morte di 29 persone, tra cui ospiti e un dipendente gravemente ferito. Il procuratore ha chiesto l’annullamento delle assoluzioni dei dirigenti della Regione Abruzzo e un nuovo processo d’Appello per l’ex Prefetto Francesco Provolo, condannato a un anno e otto mesi per rifiuto di atti d’ufficio e falso. Sono state sollevate anche richieste di valutazione delle accuse di concorso in omicidio colposo, lesioni colpose e depistaggio, per le quali Provolo era stato assolto in Appello.

In particolare, l’accusa ha richiesto di riconsiderare le condanne di alcuni dirigenti della Provincia, tra cui Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio, entrambi condannati a tre anni e quattro mesi, nonché le condanne a sei mesi per l’ex gestore dell’hotel, Bruno Di Tommaso, e per il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, e il tecnico comunale, Enrico Colangeli, che erano stati condannati in secondo grado a due anni e otto mesi.

Le richieste del procuratore evidenziano la volontà di riesaminare la responsabilità degli ufficiali e dei dirigenti coinvolti nella gestione della crisi e nella prevenzione del disastro, ponendo l’accento sulla necessità di giustizia per le vittime e per le loro famiglie. L’iter processuale sarà cruciale per determinare se le decisioni precedenti siano state adeguate e se ci siano responsabilità legali ulteriori da accertare per le figure istituzionali e professionali coinvolte.

L’udienza di Cassazione si preannuncia complessa e significativa, poiché si tratta di un caso che ha suscitato ampie polemiche e richiesto attenzione pubblica, in quanto la tragedia di Rigopiano ha messo in luce possibili falle nei sistemi di protezione civile e nei protocolli di sicurezza. La decisione finale influenzerà non solo le vite dei condannati, ma anche il dibattito sulla responsabilità istituzionale in situazioni di emergenza.

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