Il recente calo della partecipazione elettorale, con solo il 28% degli elettori alle urne, evidenzia una crisi della democrazia in Italia. Molti cittadini ritengono che le istituzioni siano obsolete e non in grado di rappresentarli, abbandonando così la vita pubblica. Questa indifferenza alimenta l’illusione che le dittature possano essere più efficaci, mentre i cittadini sono convinti di vivere in una democrazia.
L’apatia genera un contesto in cui partiti politici si riducono a comitati elettorali, lasciando spazio a speculatori e approfittatori che smantellano lo stato sociale e i diritti dei lavoratori. La partecipazione collettiva è vista come un male, e molti scelgono di isolarsi, disertando le piazze e i seggi.
Per invertire questa tendenza, è fondamentale riappropriarsi del dialogo politico come strumento di libertà. È necessario tornare a discutere di ideali, riprendere le strade e rimettersi in gioco attraverso la rivolta pacifica e la disobbedienza civile. L’educazione alla democrazia deve riprendere piede, includendo la lotta per i diritti e il dibattito attivo.
La vera sfida è superare l’indifferenza di fronte a un panorama che può apparire desolante. Solo con un impegno collettivo e consapevole, si potrà veramente avviare un cambiamento, contrastando le dinamiche di isolamento e apatia che attualmente permeano la società.
Elaborazione AI: RassegnaNotizie.it
Fonte: www.unimondo.org