Daniele Capezzone, il 15 marzo 2025, riflette sulla transizione da un sabato fascista a un sabato serrista, con un’atmosfera di superficialità e autoreferenzialità. La manifestazione, descritta come una semplice passeggiata tra vip progressisti, vedrà la partecipazione del consueto gruppo romano “de sinistra”, sempre sicuro di essere “dalla parte giusta” nonostante la loro continuità di errori. Capezzone illustra la formazione del “team” capitanato da Michele Serra, con una schiera di personaggi noti, tra cui Corrado Augias alla porta e una linea difensiva composta da comici. L’eventuale assenza di figure come Prodi e Bersani indica una mancanza di sostanza nella rappresentanza politica presente.
La critica si concentra sull’irrilevanza della manifestazione, descritta come una parata di “buoni” che esclude chi non è considerato accettabile, mentre non apporta cambiamenti significativi alla situazione politica. Capezzone sottolinea che, sebbene ci siano molteplici bandiere simboliche, nulla di concreto emergerà dalla manifestazione, la quale non influenzerà il corso della sinistra italiana.
Il vuoto di contenuto è evidenziato dalle dichiarazioni vaghe di Serra sulla questione europea, esemplificando una mancanza di proposta chiara. Le sue parole evidenziano un continuo appello all’unità pur senza definire obiettivi politici precisi, manifestando una vaghezza celebrata anziché affrontare le problematiche concrete. Capezzone conclude con una critica alla superficialità e all’inefficacia di iniziative già scontate, evidenziando una “lotta di classe” ridotta a una questione di status sociale piuttosto che a un reale cambiamento politico.
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