Secondo la vicesindaca di Rozzano, l’inclusione nel decreto “Caivano-bis” rappresenta un’opportunità senza precedenti per riqualificare le infrastrutture della città, che ha un territorio vasto. La vicesindaca sottolinea che Rozzano non deve essere paragonata a Caivano, poiché ogni luogo ha le proprie criticità specifiche. Tuttavia, il decreto ha incontrato opinioni contrastanti; a Roma, ad esempio, i cittadini di Quarticciolo hanno manifestato per chiedere riforme strutturali invece di misure temporanee. A Rozzano, al momento non ci sono state proteste.
Guido Bramato, dell’associazione Resilia, e don Luigi, un parroco locale, vedono nel decreto un’opportunità per valorizzare strutture abbandonate e per coinvolgere le associazioni locali. Bersi, capogruppo del PD, critica il decreto come un mero strumento elettorale, suggerendo che siano necessarie politiche più ampie e sistematiche per affrontare le emergenze sociali. Gennaro Speria, noto come “Genny lo zio”, condivide la sua esperienza di ex detenuto e fondatore dell’associazione Area 51, che supporta famiglie in difficoltà. Egli sottolinea che gli sfratti rappresentano un grave problema a Rozzano, avvertendo che le persone lasciate senza casa possono diventare future delinquenti. Speria propone di usare i fondi del decreto per cancellare i debiti verso l’ALER, permettendo così alle persone di ricominciare. Critica anche l’idea che ci sia molta delinquenza a Rozzano, affermando che la vera necessità è creare opportunità di lavoro per migliorare la situazione.