La sezione di Medicina Democratica di Treviglio e della provincia di Bergamo esprime forte preoccupazione per le recenti decisioni della Giunta regionale della Lombardia. La Giunta regionale, guidata dal presidente Attilio Fontana e dall’assessore al Welfare Guido Bertolaso, ha approvato una delibera che consente a mutue, fondi sanitari integrativi, assicurazioni private e welfare aziendale di acquistare prestazioni all’interno delle strutture sanitarie pubbliche e accreditate.
Successivamente, sono state destinate ulteriori risorse al settore privato accreditato, anche quando non pienamente contrattualizzato per il servizio sanitario pubblico. Secondo Medicina Democratica, queste scelte aprono la strada a una sanità a due velocità, in cui chi dispone di coperture integrative potrà accedere prima e più facilmente alle visite e agli esami, mentre chi non può permettersi queste forme di tutela sarà costretto a tempi più lunghi o a rinunciare alle cure.
Nel territorio di Treviglio e della provincia di Bergamo, già segnato da liste d’attesa lunghe e carenza di medici di base, la situazione rischia di aggravare le disuguaglianze, soprattutto per anziani, persone con redditi bassi, pazienti cronici e famiglie che affrontano già difficoltà sociosanitarie. Medicina Democratica chiede la sospensione immediata delle delibere e l’adozione di un piano straordinario di assunzioni nel servizio sanitario pubblico, inclusi medici di base e personale ospedaliero e territoriale.
L’associazione sollecita anche una riduzione effettiva e trasparente delle liste d’attesa, con pubblicazione periodica dei dati, e il rafforzamento della sanità territoriale e dei servizi di prossimità a beneficio delle persone fragili e delle famiglie. Secondo Erik Molteni e Francesco Steffanoni, della sezione di Treviglio, la sanità pubblica è un bene comune e perdere universalità significherebbe perdere tutti, per cui chiedono ai cittadini e alle istituzioni di prendere posizione chiara contro scelte che mettono in disparte chi ha meno risorse.
