Il processo contro la ministra Daniela Santanché inizierà il 20 marzo al Tribunale di Milano. Le accuse nei suoi confronti riguardano il falso in bilancio legato alle comunicazioni finanziarie di Visibilia, il gruppo editoriale da lei fondato e diretto fino alla sua uscita dalle cariche nel 2022. L’inchiesta si concentra sui bilanci delle società del gruppo dal 2016 al 2022, che secondo l’accusa sarebbero stati falsificati per ingannare gli investitori. La difesa della senatrice di Fratelli d’Italia respinge queste accuse, sostenendo che i soci erano a conoscenza delle perdite. L’avvocato di Santanché è fiducioso di poter dimostrare l’estraneità della ministra rispetto alle accuse formulate.
Inoltre, il giudice per l’udienza preliminare ha deciso di rinviare il giudizio per ulteriori 16 volte. L’inchiesta è stata avviata nel 2022 dopo un esposto presentato da un gruppo di piccoli azionisti, tra cui figura anche il compagno della ministra, Dimitri Kunz, e la sorella, Fiorella Garnero. Questo gruppo di investitori ha riportato perdite significative, pari a circa 350-400 mila euro. Quella di Santanché non è l’unica inchiesta in cui è coinvolta.
Un’altra questione legale in attesa di risoluzione riguarda la competenza territoriale per la presunta truffa aggravata all’INPS in relazione alla cassa integrazione gestita da Visibilia durante il periodo della pandemia di Covid-19; la Cassazione si pronuncerà su questo il 29 gennaio. Inoltre, la ministra è sotto indagine per bancarotta a causa del fallimento della Chi Group SRL, un’impresa che si occupava di Biofood e che era stata da lei diretta.
La situazione legale di Daniela Santanché è complessa e complicata, coinvolgendo diverse inchieste e accusando direttamente la sua reputazione pubblica. La difesa si prepara a contrastare tutte le ipotesi di colpevolezza, mentre il processo all’orizzonte rappresenta un momento cruciale per la ministra e per il suo futuro politico.