Giovedì sera al Palazzo dei Congressi di Riva del Garda si apre la nuova stagione di prosa del Comune di Riva. In scena, una satira al vetriolo sulla società patriarcale con Veronica Pivetti, protagonista di “L’inferiorità mentale della donna”, spettacolo che affonda le radici in testi poco conosciuti del secolo scorso, demolendo e sbeffeggiando stereotipi e sessismo.
L’idea da cui muove la pièce è un quesito: è possibile che per secoli la donna sia stata considerata fisiologicamente deficiente? Lo spettacolo, liberamente ispirato al trattato omonimo di Paul Julius Moebius, mette in scena una carrellata di stereotipi, formulazioni pseudoscientifiche in realtà sessiste e paradossali. Pivetti, come una moderna Mary Shelley, presenta al pubblico “l’unico, vero, orrorifico Frankenstein della storia moderna: la donna”.
Un concetto che trova eco in Cesare Lombroso, per cui le donne “mentono e spesso uccidono”, citando delitti come quello di Leonarda Cianciulli, “la saponificatrice di Correggio”. L’ottusità di questi luoghi comuni patriarcali del passato e la lunga lista di stereotipi viene sbeffeggiata in scena da Pivetti che elenca (e demolisce) sciocchezze varie, spacciate come scienza.
L’attrice e scrittrice, guidata dalla drammaturgia di Giovanna Gra e dalla regia di Giovanna Gra e Walter Mramor, accompagna il pubblico in questo viaggio nell’ottusità e negli stereotipi con ironia. Smaschera con il sorriso la stupidità degli scritti citati. L’attrice con autoironia si sottopone a “deliranti misurazioni dell’indice cefalico” e racconta singolari episodi personali, con le parole di Lombroso, “il maschio è una femmina più perfetta”. Ad arricchire la recitazione di Pivetti è l’accompagnamento musicale dal vivo di Cristian Ruiz con arrangiamenti di Alessandro Nidi, tra canzoni vecchie e nuove ispirate alla figura femminile. Tra musica e boutade, lo spettacolo è un esempio di elegante critica delle idee: un invito a prendere coscienza della stupidità di teorie del passato.
