Un’indagine ha portato alla luce un sistema di corruzione che coinvolgeva un arbitro di Reggio Calabria, Luigi Catanoso, attivo in Primavera, Primavera 2 e Serie C. L’arbitro era a capo di un’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, che si avvaleva della corruzione di altri arbitri per alterare i risultati delle partite e favorire le scommesse.
Il sistema era stato scoperto grazie a un flusso anomalo di scommesse relative a una partita del campionato Primavera, che aveva attirato l’attenzione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. L’Adm aveva segnalato il caso alla Procura di Reggio Calabria, che aveva avviato l’indagine.
Gli arresti domiciliari sono stati eseguiti nei confronti di cinque persone, tra cui l’arbitro Catanoso, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Secondo le indagini, il sistema era finanziato da due imprenditori toscani, padre e figlio, titolari di un’agenzia di scommesse a Sesto Fiorentino.
Le partite finite nell’indagine sono Benevento-Cesena, Hellas Verona-Cagliari e Sassuolo-Verona, mentre un tentativo non riuscito è stato documentato nella gara Empoli-Lazio. Il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Borrelli, ha dichiarato che non è emerso il diretto coinvolgimento di calciatori, ma un’associazione promossa da un arbitro che aveva nel programma criminoso quello di alterare i risultati di alcune partite.

