I campioni di roccia e polvere raccolti dall’asteroide Bennu rivelano la presenza di materia organica, inclusi amminoacidi e tutte e cinque le basi azotate del DNA e dell’RNA, oltre a sali formatisi insieme al corpo asteroide. Queste scoperte sono state pubblicate su Nature e Nature Astronomy da scienziati del NASA Goddard Space Flight Center (GSFC). Il primo studio, guidato da Daniel Glavin, analizza i campioni prelevati da Bennu, un asteroide near-Earth, evidenziando nuove prospettive sulla chimica del primo Sistema solare. Nel 2018, la missione OSIRIS-REx ha raccolto campioni incontaminati da Bennu. I ricercatori hanno identificato migliaia di composti organici, inclusi 14 dei 20 amminoacidi proteici conosciuti sulla Terra, 19 amminoacidi non proteici rari e tutte e cinque le basi azotate del DNA. L’analisi ha rivelato anche elevati livelli di azoto e composti a base di ammoniaca, suggerendo che Bennu possa essere più complesso in termini di materia organica rispetto alla biologia terrestre. Queste scoperte indicano, quindi, che il corpo genitore potrebbe derivare dal Sistema solare esterno, dove ammoniaca e ghiacci volatili sono stabili. Nel secondo studio, condotto da Timothy McCoy, è stata identificata una varietà di minerali salini, tra cui fosfati, sodio e carbonati. Gli esperti suggeriscono che tali sostanze potrebbero essersi formate tramite l’evaporazione durante la formazione di Bennu. La possibile presenza di acqua e basi azotate solleva interrogativi sulla sintesi organica prebiotica, il processo necessario per formare i mattoni della vita, richiedendo ulteriori studi per comprendere appieno queste implicazioni.
Scoperte reperti di materia organica sull’asteroide Bennu
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