Il 28 febbraio, Papa Francesco ha vissuto un momento critico durante il suo ricovero al Gemelli: ha avuto un broncospasmo e ha chiesto aiuto, con il suo stato che allarmò coloro che gli stavano accanto, portando anche alcune persone alle lacrime. Il professor Alfieri, capo dell’équipe medica, ha confermato che fu la notte peggiore, consapevoli del serio rischio per la vita del Pontefice. La decisione di continuare il trattamento intensivo è stata presa con la volontà di Francesco, che ha chiesto di non mollare e di provare ogni possibile terapia, nonostante i potenziali danni ad altri organi.
Durante il ricovero, il Papa ha mantenuto sempre la coscienza delle sue condizioni e ha espresso il desiderio di ricevere informazioni veritiere sulla sua salute. Alfieri ha sottolineato che la comunicazione tra il personale medico e il Papa è stata sempre trasparente, e che la sua resilienza è stata anche alimentata dalle molte preghiere a lui dedicate in tutto il mondo.
Dopo una serie di crisi, tra cui un episodio di rigurgito che ha complicato ulteriormente la situazione, la salute del Papa ha cominciato a migliorare. Con il recupero, ha cercato di socializzare con gli altri pazienti e ha mostrato gesti di gratitudine verso coloro che lo assistivano. Quando ha annunciato la sua intenzione di tornare a Santa Marta, lo ha fatto con un rinnovato spirito e umorismo. Il professor Alfieri si è emozionato nel vederlo uscire dal Gemelli, vestito di bianco, simboleggiando il suo ritorno alla vita e alla funzione di Papa.
