Negli ultimi anni, la Lega Serie A ha affrontato gravi problemi di gestione e scelte dirigenziali, diventando un sistema che, pur essendo troppo grande per fallire, necessiterebbe di una riforma radicale. La scorsa stagione ha visto la 37^ giornata del campionato, con nove partite contemporanee, suscitando lamentele da parte delle televisioni che detengono i diritti, per la perdita di introiti pubblicitari. In un contesto moderno, gli aggiornamenti sulle partite avvengono tramite app e piattaforme online, ma l’assenza di una visione strategica ha portato a conflitti tra le esigenze delle emittenti e quelle del pubblico.
Tutti, inclusi i giocatori, sono implicati nell’avidità che alimenta il sistema, che richiede sempre più partite per massimizzare i guadagni. La lamentela per il numero eccessivo di partite sembra incoerente in un contesto dove i costi crescono costantemente. La Lega Serie A nonostante le sue problematiche finanziarie rimane a galla, sfruttando i diritti televisivi e accettando compromessi, come la vendita a lungo termine a DAZN.
Inoltre, la finale di Coppa Italia Bologna-Milan è stata la meno vista in quindici anni, dimostrando come la scelta economica prevalga su quella di coinvolgere i tifosi. La Nazionale italiana, pur avendo una storicità vincente, rischia di non qualificarsi per il terzo Mondiale consecutivo, con una percezione di trascuratezza da parte di club e giocatori. Le scelte tecniche, confuse e politicamente influenzate, rendono difficile la transizione dei giovani talenti dal settore giovanile al calcio professionistico. La figura dell’allenatore è spesso nel mirino, mentre i presidenti, malgrado la loro responsabilità, rimangono intoccabili. Il calcio italiano vive una crisi profonda, caratterizzata da incoerenze e mancanza di visione.
Elaborazione AI: RassegnaNotizie.it
Fonte: www.iamnaples.it