Il partito socialdemocratico (Psd) della Romania, recentemente sconfitto alle elezioni presidenziali, ha annunciato che non sosterrà alcun candidato al ballottaggio del 18 maggio, dove si sfideranno il leader del partito estremista di destra Aur, George Simion, e il sindaco di Bucarest, Nicusor Dan, indipendente. Marcel Ciolacu, leader del Psd, ha comunicato la decisione dopo aver rassegnato le dimissioni da primo ministro.
Nel primo turno, Simion ha ottenuto il 40,96% dei voti, mentre Dan ha raccolto il 20,99%, superando di poco Crin Antonescu (20,07%). Simion ha conquistato 3,86 milioni di voti, più di quelli ricevuti da Calin Georgescu alle precedenti elezioni presidenziali, poi annullate. Catalin Predoiu, ministro degli Interni liberale, è stato nominato primo ministro ad interim.
Simion ha delineato la sua politica estera, affermando che seguirà l’esempio dell’Italia di Giorgia Meloni. Ha dichiarato che la sua posizione riguardo agli aiuti all’Ucraina dipenderà dal rispetto dei diritti delle minoranze romene nel paese. Pur dichiarandosi contro la guerra russa, ha affermato che voterà contro il riarmo dell’Unione Europea, sostenendo che la Nato è sufficiente per scopi militari.
Nicusor Dan ha descritto il secondo turno come una lotta tra orientamenti filo-occidentali e anti-occidentali. Ha esortato i romeni a unirsi a lui per questa battaglia, esprimendo ottimismo sul fatto che la Romania rimanga alleata dell’Occidente. Dan, in qualità di candidato indipendente, si propone di negoziare con tutte le parti per affrontare le crisi future.