Papa Francesco torna a “Che tempo che fa” un anno dopo e affronta vari temi attuali in un’intervista con Fabio Fazio. Tra gli argomenti trattati ci sono la tregua tra Hamas e Israele, gli abusi, i migranti, il ruolo delle donne nella Chiesa, la sua infanzia e il significato del Giubileo. La conversazione si basa sul libro “Spera. L’autobiografia”, scritto con Carlo Musso, anche se il Papa fa riferimento alla precedente autobiografia, “Life”.
Il Pontefice inizia rassicurando sul suo stato di salute, dopo un infortunio al braccio destro. Contesto politico significativo è l’imminente insediamento di Donald Trump, e il Papa esprime preoccupazione riguardo al respingimento dei migranti annunciato dal nuovo presidente degli Stati Uniti, affermando che si tratterebbe di una disgrazia che colpirebbe i più poveri. Sottolinea l’importanza di accogliere, accompagnare, promuovere e integrare i migranti, esortando l’Italia ad accettarli, considerata la sua bassa natalità.
Sul conflitto israelo-palestinese, Bergoglio ringrazia i mediatori per la tregua e ribadisce che una soluzione a due Stati è l’unica via percorribile. Sottolinea la necessità di coraggio e di una retorica pacifica nella ricerca della pace, evidenziando che la guerra è sempre una sconfitta. Riconosce anche il dolore legato alla Shoah, definendola una “vergogna umana”, e insiste sull’importanza di affrontare il dramma della storia.
Affrontando il tema degli abusi nella Chiesa, il Papa li definisce un “male molto grande” e sottolinea che il 40% degli abusi avviene all’interno delle famiglie. Esorta a combattere questa problematica, estendendo la sua attenzione alla capacità di perdono di Dio.
Riguardo al ruolo delle donne, il Papa annuncia la nomina di suor Raffaella Petrini a capo del Governatorato, evidenziando le competenze delle donne, che “sanno fare meglio di noi”. Inoltre, parla del Giubileo come un’opportunità per il cambiamento interiore, sottolineando che chi visita Roma senza una prospettiva religiosa perde il significato dell’evento.
Infine, ricorda la sua infanzia trascorsa ad ascoltare opere alla radio e film con i suoi cari, enfatizzando l’importanza dell’umorismo, che considera un aspetto fondamentale della vita. Conclude con una riflessione sulla sua elezione a Papa, riconoscendo il suo iniziale stupore e la sua disponibilità a seguire la volontà di Dio.