Un’indagine dell’università di Notre Dame ha rivelato che diversi cinturini di smartwatch potrebbero contenere sostanze chimiche inquinanti, noti come PFAS, con potenziali gravi conseguenze per la salute. Lo studio ha analizzato 22 cinturini di marche diverse, in particolare quelli realizzati con fluoroelastomeri, che conferiscono resistenza al sudore. Dei cinturini analizzati, 15 risultano contenere PFAS, con l’acido perfluoroesanoico (PFHxA) presente in concentrazioni superiori a 1.000 parti per miliardo, molto più elevate rispetto ad altri prodotti di consumo.
I PFAS, utilizzati fin dagli anni Cinquanta, rendono i materiali resistenti all’acqua, alle macchie e al calore, ma la loro struttura chimica è “eterna”, causando inquinamento per decenni. Negli ultimi anni, sono stati condotti pochi studi sull’assorbimento cutaneo dei PFAS, ma una ricerca europea ha mostrato un significativo trasferimento attraverso la pelle, evidenziando la necessità di ulteriori studi.
Le conseguenze per la salute associate ai PFAS includono problemi come la disregolazione ormonale, l’ipertensione e un’insufficienza aumentata di alcuni tipi di cancro. Gli esperti suggeriscono di optare per materiali alternativi come silicone, tessuto o metallo, poiché considerati più sicuri.
Apple, nonostante il suo impegno a eliminare sostanze nocive dai propri prodotti, si trova al centro di una class action poiché alcuni utenti hanno denunciato elevati livelli di PFAS nei cinturini di Apple Watch. L’azienda ha dichiarato che i cinturini sono sicuri, affermando di condurre test rigorosi e collaborando con laboratori indipendenti.