I nuovi dati sull’inflazione non modificano le aspettative di un allentamento monetario da parte della Fed. Il Bureau of Labor Statistics ha pubblicato l’indice dei prezzi al consumo, che è risultato leggermente inferiore alle aspettative, ma con un aumento del 3% nell’ultimo anno. Gli investitori potrebbero considerare questo dato “eccessivo” per gli standard della Fed, che ha un obiettivo di inflazione del 2%. Tuttavia, questo dato non tiene conto del contesto più ampio, poiché l’inflazione potrebbe superare il 3% a causa degli effetti ritardati dei dazi.
Le aspettative del mercato obbligazionario relative all’inflazione sono rimaste stabili, suggerendo che la Fed potrebbe aver raggiunto la stabilità dei prezzi. Anche se è previsto un aumento dei prezzi dei beni nel breve termine, il mercato ha dimostrato fiducia nella credibilità a lungo termine della Fed.
Il mercato del lavoro continua a mostrare segni di indebolimento, con altre fonti che forniscono informazioni utili a causa dell’assenza di dati governativi. Ad esempio, Automatic Data Processing ha riflettuto la debolezza nelle tendenze occupazionali e ha mostrato che l’economia ha perso posti di lavoro nel settore privato.
Il nuovo rapporto sull’indice dei prezzi al consumo non contiene alcun elemento che suggerisca che la Fed modificherà il proprio percorso di allentamento monetario. La Fed rimane concentrata sul rilancio della crescita e gli attuali dati sull’inflazione non sembrano destinati a compromettere tale impegno. I mercati dovrebbero continuare a registrare buoni risultati, soprattutto grazie alla politica monetaria sempre più accomodante. Gli asset non denominati in dollari, in particolare nei mercati emergenti, potrebbero essere interessanti, mentre gli asset ciclici negli Stati Uniti potrebbero trarre vantaggio dalle misure di sostegno all’economia adottate dalla Fed.
