Il stipendio medio lordo per i neolaureati al primo impiego in Italia è di 30.500 euro, mostrando un incremento del 5,4% rispetto al 2021. Nonostante questa crescita, l’Italia si colloca al terz’ultimo posto in Europa, superando solo Spagna e Polonia, mentre Svizzera, Germania e Austria guidano la classifica. Questo è il risultato di uno studio condotto da Mercer, nota società internazionale di consulenza, che ha rilasciato la sua analisi 2024 sulla Total remuneration survey, esaminando 2.700 ruoli in quasi 700 aziende italiane.
Malgrado l’aumento del 5% degli stipendi per i neolaureati, l’analisi evidenzia che il Paese continua a presentare la retribuzione media più bassa tra le maggiori economie europee. Settori come Life Science ed Energy si rivelano i più remunerativi, mentre il manifatturiero, i servizi non finanziari e, inaspettatamente, il settore High tech offrono livelli retributivi inferiori. Questi dati suggeriscono che vi è una disparità significativa nelle retribuzioni relative ai vari settori, con le aree ad alta specializzazione e innovazione che tendono a pagare meglio rispetto ad altri settori tradizionali.
La situazione degli stipendi dei neolaureati in Italia implica anche una riflessione più ampia sull’attrattività del mercato del lavoro per i giovani professionisti. Le retribuzioni basse possono influenzare le scelte di carriera dei neolaureati e l’emigrazione verso Paesi europei dove le opportunità economiche sono migliori. La carenza di adeguate politiche di incentivazione e di valorizzazione dei giovani talenti può portare a una perdita di competitività e a un impoverimento del potenziale di innovazione del Paese.
In conclusione, nonostante un lieve aumento degli stipendi, la retribuzione dei neolaureati italiani rimane significativamente inferiore rispetto a quella dei loro coetanei in altri Paesi europei, il che rappresenta una sfida sia per il mercato del lavoro che per la crescita economica dell’Italia nel contesto europeo globale.