I giudici della prima sezione penale della Corte di Cassazione hanno confermato l’ergastolo per Gilberto Cavallini, ex membro dei Nuclei Armati Rivoluzionari (Nar), già condannato all’ergastolo in primo e secondo grado per la strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. In quell’attentato, 85 persone persero la vita e oltre 200 rimasero ferite. La corte ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa di Cavallini, rappresentata dagli avvocati Gabriele Bordoni e Alessandro Pellegrini. Questi ultimi avevano sostenuto l’innocenza del loro assistito, ma la Corte ha confermato la gravità dei reati e la responsabilità di Cavallini.
Cavallini, attualmente di 72 anni, si trovava in regime di semilibertà a Terni prima della sentenza. La Corte ha valutato attentamente tutte le prove e le dichiarazioni presentate durante il processo, ritenendo che le evidenze fossero sufficienti a mantenere la condanna. Durante l’udienza erano presenti diversi familiari delle vittime, che hanno assistito al verdetto con grande emozione e partecipazione.
La strage di Bologna è uno dei capitoli più drammatici della storia italiana del terrorismo, e continuano a esserci ripercussioni e richieste di giustizia da parte dei familiari delle vittime, che da anni chiedono di non dimenticare quel tragico evento. Federica Mazzoni, presidente del Quartiere Navile, era presente in rappresentanza del sindaco di Bologna, sottolineando l’importanza della memoria e della ricerca di giustizia non solo per le vittime, ma per l’intera comunità.
Con questa decisione, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su un caso che ha segnato profondamente la società italiana e ha evidenziato l’impegno dello stato nella lotta contro il terrorismo e l’importanza del processo di verità e giustizia. La conferma della pena di ergastolo serve anche a mantenere viva la memoria delle vittime e a trasmettere un messaggio chiaro contro ogni forma di violenza e terrorismo.
