L’articolo di Roberto Saviano analizza la vita di Salvatore Calvaruso e Samuel Acquisto, due giovani di Palermo coinvolti in una strage nel quartiere Zen. Nonostante il loro aspetto innocente, entrambi sono accusati di gravi reati, con Calvaruso che ha sparato e ucciso tre persone. La narrazione si concentra sulla cultura dell’omertà e la paura che circonda il quartiere, dove la gioventù vive una realtà di disoccupazione e mancanza di prospettive. Con un tasso di disoccupazione giovanile del 79,28%, molti giovani come Calvaruso e Acquisto vedono nella violenza un modo per emergere e farsi notare, sperando di trovare un lavoro, anche se criminale.
Saviano mette in luce come le armi siano diventate strumenti di affermazione sociale piuttosto che semplicemente strumenti di violenza. La mancanza di opportunità cambia il modo in cui i giovani percepiscono la criminalità, e il loro comportamento è influenzato da una necessità di sopravvivenza e riconoscimento nel loro ambiente. La conclusione è una critica profonda della società italiana, che spesso ignora queste dinamiche, credendo che i problemi possano essere ridotti a singoli eventi violenti anziché considerare le radici sociali e culturali di questo fenomeno.
In sostanza, la storia di Calvaruso e Acquisto riflette una crisi più ampia nella società italiana, dove la lotta per l’identità e il riconoscimento può portare a tragiche conseguenze.