Da giorni le famiglie vivono ore di ansia a causa di una delegazione di studenti italiani bloccata in Tanzania, nel pieno delle tensioni esplose dopo le elezioni presidenziali. Si tratta di sedici ragazzi e quindici tra docenti e volontari dell’Istituto agrario “Lorenzo Gigli” di Rovato, in provincia di Brescia, impegnati in un progetto di scambio culturale e solidarietà nel villaggio di Dabaga, nella provincia di Iringa.
Il gruppo era arrivato in Tanzania pochi giorni fa, accolto dal missionario frate Paolo Boldrini, quando nel Paese sono scoppiati scontri e proteste per la rielezione della presidente Samia Suluhu Hassan. A Dar es Salaam migliaia di manifestanti sono scesi in piazza denunciando brogli e repressione: l’aeroporto internazionale è stato temporaneamente chiuso, diversi edifici pubblici dati alle fiamme e il governo ha imposto coprifuoco e blocco di internet.
Nonostante la situazione, i ragazzi sono al sicuro. La professoressa Miriam Bersini ha mandato alcuni sms rassicuranti: stanno bene e restano nella scuola, dove continuano le attività previste. Non c’è connessione e spostarsi è difficile, ma il gruppo è sereno. La dirigente del “Gigli”, Anna Di Domenico, conferma che la Farnesina, l’Ambasciata italiana a Dar es Salaam e l’Unità di crisi seguono la vicenda e che la situazione è sotto controllo. I nostri studenti sono in un’area tranquilla, lontana dagli scontri. Abbiamo ricevuto l’indicazione di non muoversi finché non sarà sicuro. Il rientro a Rovato resta fissato per l’11 novembre, salvo evoluzioni. Il progetto “Tanzania – In viaggio tra formazione e solidarietà” è alla terza edizione e rappresenta un’esperienza di cooperazione internazionale unica per gli studenti bresciani.
