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venerdì – 18 Luglio 2025

Suicidio assistito: Martina Oppelli sfida il sistema sanitario

Martina Oppelli, una donna di 49 anni affetta da sclerosi multipla e tetraplegica, sta lottando per ottenere il diritto al suicidio assistito. Dopo aver ricevuto tre dinieghi dall’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi), ha annunciato l’intenzione di recarsi in Svizzera per richiedere assistenza per la morte volontaria. Il 4 giugno, la commissione medica ha rifiutato la sua richiesta, sostenendo che non era in corsa alcun trattamento di sostegno vitale.

Martina ha evidenziato la sua condizione di grave dipendenza e ha ribadito di soddisfare i requisiti previsti dalla legge italiana per accedere a questo diritto. Filomena Gallo, sua avvocata e rappresentante dell’Associazione Luca Coscioni, ha definito il diniego della Asugi una forma di trattamento disumano e ha sottolineato che la condizione clinica di Martina continua a deteriorarsi.

Il 19 giugno, Martina ha presentato un’opposizione al rifiuto, accompagnata da una diffida nei confronti dell’Azienda sanitaria, che ha risposto affermando di avviare una nuova valutazione. Nel frattempo, l’Associazione Coscioni ha lanciato una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare sul fine vita, con l’obiettivo di raggiungere 50 mila adesioni entro il 15 luglio. La legge proposta mira a legalizzare l’eutanasia e a prevedere il coinvolgimento del Servizio sanitario nazionale.

Martina ha espresso il suo sconforto, lamentando l’assenza di supporto adeguato e la frustrazione di trovarsi in una situazione senza soluzione all’interno del proprio Paese. Ha manifestato la volontà di dover affrontare un viaggio difficile verso un altro Stato, dove qualcuno possa ascoltare la sua richiesta di una fine dignitosa al suo dolore.

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