L’estrazione automatizzata di testi e dati, conosciuta come Text and Data Mining (TDM), è una potente leva dell’intelligenza artificiale e dell’analisi predittiva. Tuttavia, dietro la sua apparente neutralità tecnologica, si nasconde una complessa rete di diritti economici e regolamentari che l’Unione europea e la legge italiana stanno cercando di bilanciare.
La Direttiva (UE) 2019/790, conosciuta come Direttiva Copyright, rappresenta il primo pilastro normativo europeo in materia di TDM. Essa definisce l’attività come “qualsiasi tecnica di analisi automatizzata volta a generare informazioni da testi e dati digitali, inclusi modelli, tendenze e correlazioni”. L’impianto della norma parte da un presupposto economico chiaro: il TDM è un motore di innovazione per la ricerca e l’industria dei dati, ma può anche incidere sui diritti economici degli autori e dei titolari delle opere digitali.
Per garantire l’equilibrio tra valorizzazione dell’informazione e protezione della proprietà intellettuale, la Direttiva impone agli Stati membri di introdurre due eccezioni principali al diritto d’autore: l’eccezione per la ricerca scientifica e l’eccezione generale. L’eccezione per la ricerca scientifica consente a enti di ricerca e istituti culturali di eseguire TDM su materiali a cui abbiano legalmente accesso, mentre l’eccezione generale estende la possibilità di utilizzare opere per il TDM anche a soggetti privati e imprese, purché i titolari dei diritti non abbiano esercitato un esplicito opt-out.
Il diritto di esclusione, o opt-out, è un meccanismo di riserva che consente all’autore di vietare l’uso delle proprie opere per il TDM. Tuttavia, la Direttiva richiede che tale riserva sia espressa “in modo appropriato”, ad esempio tramite strumenti tecnici che rendano automatizzabile la lettura di tale limitazione nei contenuti pubblicati online. Le eccezioni previste non legittimano indiscriminatamente l’attività di TDM, ma solo le operazioni di riproduzione o estrazione necessarie alla sua realizzazione. Quando il mining riguarda dati o fatti non protetti dal diritto d’autore, l’attività resta libera da vincoli giuridici.
Nel contesto dell’AI Act e delle normative nazionali di recepimento, il TDM diventa un punto cruciale per la competitività del mercato europeo dell’intelligenza artificiale. L’Unione punta a un equilibrio dinamico: da una parte, garantire la libertà di analizzare dati e contenuti digitali per alimentare algoritmi e modelli di AI; dall’altra, assicurare che il valore economico delle opere creative resti tutelato. In sostanza, la regolamentazione europea non penalizza la tecnologia, ma la incanala in un sistema di responsabilità e trasparenza, coerente con i principi del mercato unico digitale.
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