L’esperienza teatrale immersiva “Le Fleur – Il fiore proibito” è tornata a Roma in una nuova versione con la regia di Riccardo Brunetti e Alessandro D’Ambrosi. L’invito a questo spettacolo non è come gli altri: non si ha un posto a sedere assegnato e si deve indossare una maschera per immergersi completamente nella storia.
Il teatro immersivo ha origini antiche, infatti già nell’antica Grecia il pubblico partecipava attivamente alla messa in scena, manifestando il proprio dissenso o apprezzamento. Questo tipo di teatro si è sviluppato nei paesi anglosassoni e prevede che il pubblico diventi parte attiva della rappresentazione, influenzando il corso della narrazione.
La storia si svolge nel quartier generale della famiglia criminale Andolini, dove il pubblico può esplorare diverse sale e interagire con gli attori. La polizia sta indagando sui loschi affari della famiglia e sospetta che il figlio del boss, Rocco Andolini, sia coinvolto in un omicidio. Gli spettatori possono essere avvicinati dalla ragazza della vittima per progettare una vendetta, essere contattati dal commissario per aiutarlo nelle ricerche o essere chiamati da Rocco per una partita a poker.
Gli attori devono adattarsi a un palcoscenico in continuo divenire, diventando dei registi in movimento che guidano e catturano gli spett-attori. Il pubblico, dotato di maschera, si mescola con gli attori che ne sono privi, creando un’atmosfera in cui tutto si confonde. Lo spettatore è avvolto dalla recitazione degli attori e si sente parte della storia, come un pistillo all’interno di un fiore.
