Il ministro degli Esteri iraniano, Araghchi, ha condannato gli attacchi israeliani in una telefonata con la titolare della diplomazia europea, Kaja Kallas, e i colleghi di Francia, Germania e Regno Unito, definendoli “un atto di palese aggressione” e richiedendo una “condanna internazionale” contro Israele. Ha inoltre rivendicato il diritto dell’Iran a una “difesa legittima e proporzionata”, avvertendo che i sostenitori di Israele, tra cui gli Stati Uniti, si assumeranno le responsabilità per un eventuale deterioramento della situazione.
Araghchi ha ribadito l’impegno dell’Iran nei negoziati sul nucleare, ma ha sottolineato che la priorità è rispondere all’aggressione. In un incontro con il ministro italiano Tajani, ha descritto gli attacchi israeliani come “crimini imperdonabili”, mentre Tajani ha espresso rammarico per l’escalation e ha offerto la disponibilità dell’Italia a facilitare il dialogo.
Le reazioni europee hanno riconosciuto il deterioramento della situazione, con i leader che hanno espresso rammarico e confermato l’impegno dell’UE per iniziative diplomatiche di de-escalation. Durante il recente summit G7, Trump ha lasciato senza firmare la dichiarazione comune, dichiarando che il suo rientro a Washington non era per negoziare una tregua, ma per affrontare questioni più gravi, insistendo sullo smantellamento completo del programma nucleare iraniano.
Con Israele che intensifica gli attacchi, gli Stati Uniti preparano evacuazioni di cittadini dal Golfo e rafforzano la presenza militare nella regione. Trump ha anche mantenuto la possibilità di inviare inviati speciali a Teheran. La dichiarazione finale del G7 ha sottolineato il diritto di Israele alla difesa e ha esortato a non permettere all’Iran di sviluppare capacità nucleari, mentre si delineano scenari di pressione su Teheran.
Elaborazione AI: RassegnaNotizie.it
Fonte: www.ottopagine.it
