Il procuratore di Ascoli, Umberto Monti, ha presentato un ricorso alla Corte d’Appello di Ancona contro la sentenza emessa il 13 maggio dal giudice delle udienze preliminari del tribunale di Ascoli, Barbara Caponetti. La sentenza riguarda il caso di Giovanna Pompei, accusata di tentato omicidio per aver sparato al marito, il vice sindaco di Acquasanta Luigi Capriotti, la notte tra il 18 e il 19 febbraio.
Secondo il procuratore Monti, indirizzare una 357 Magnum verso una persona, premere il grilletto e colpirlo configura il tentato omicidio. Il magistrato aveva chiesto una condanna a tre anni e otto mesi, ma il giudice Caponetti ha riqualificato il reato di tentato omicidio in lesioni colpose e ha emesso una sentenza di non luogo a procedere per mancanza di querela, poiché la vittima non ha denunciato la consorte.
Nel ricorso, il procuratore Monti ha sottolineato le contraddizioni delle dichiarazioni rese da moglie e marito la notte dello sparo. Sia l’imputata che il marito hanno sempre sostenuto che fosse stato involontario lo sparo partito da una pistola 357 Magnum regolarmente detenuta dal Capriotti per difesa domestica.
Secondo la ricostruzione della Procura, la signora Pompei avrebbe afferrato la pistola che era sul comodino e l’avrebbe rivolta verso il marito, muovendo un rimprovero nei suoi confronti. La forza necessaria per imprimere sul grilletto rende evidente la volontarietà di premere il grilletto in un momento di impeto e di rabbia. La direzione del colpo e le reciproche posizioni supportano tale volontarietà e rendono incompatibile la versione del colpo involontario partito per errore.
Si attende ora che la Corte d’Appello fissi la data della trattazione del ricorso della magistratura ascolana.
