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sabato, 18 Gennaio, 2025
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TikTok e l’Inquinamento: Un Confronto con la Grecia

L’impronta di carbonio annuale di TikTok supera quella della Grecia, con un utente che genera gas serra equivalenti a un viaggio di 197 km in auto a benzina. Questa analisi, condotta da Greenly, società di consulenza ambientale, ha rivelato che nel 2023 le emissioni di TikTok negli Stati Uniti, Regno Unito e Francia ammontano a circa 7,6 milioni di tonnellate di CO2e. Questo dato è maggiore rispetto a quello di Twitter/X e Snapchat nello stesso periodo. Con 1 miliardo di utenti globalmente, la sua impronta di carbonio è poco sopra quella di Instagram, nonostante quest’ultimo abbia quasi il doppio degli utenti.

L’uso della piattaforma stimola una dipendenza che porta a generare più emissioni. Mentre l’utente medio di Instagram spende circa 30,6 minuti al giorno nell’app, quello di TikTok ne spende 45,5. Questo porta a una stima totale di circa 50 milioni di tonnellate di CO2e per TikTok, considerando che il 15% degli utenti proviene da Stati Uniti, Regno Unito e Francia. Tuttavia, le emissioni complessive potrebbero essere sottostimate, poiché non includono le emissioni derivanti da uffici e spostamenti dei dipendenti.

Nel 2023, le emissioni annuali di carbonio della Grecia ammontano a 51,67 milioni di tonnellate di CO2e. TikTok ha le seconde emissioni più elevate per minuto di utilizzo sui social media, immediatamente dopo YouTube. L’analisi indica che un minuto su TikTok produce in media 2,921 grammi di CO2e, mentre su YouTube è 2,923 e su Instagram 2,912. Di conseguenza, un utente medio di TikTok genera annualmente 48,49 kg di CO2e, superando YouTube con 40,17 kg e Instagram con 32,52 kg.

Lo studio ha valutato le emissioni associate ai data center, che costituiscono circa il 99% dell’impronta di carbonio dei social, e le emissioni derivanti dalla ricarica dei dispositivi. TikTok, purtroppo, non pubblica dati sulle emissioni in modo trasparente come Meta e Google. La piattaforma ha tuttavia promesso di diventare carbon neutral entro il 2030, lanciando “Project Clover” nel 2023, volto a migliorare la sicurezza dei dati e ridurre l’impatto ambientale. Finora, è stato costruito solo un data center green in Norvegia, alimentato al 100% da energia rinnovabile.

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