Tobia Scarpa, a 90 anni, continua a essere una figura di spicco nel design e nell’architettura, forte dell’eredità del padre Carlo Scarpa. In un’intervista, Scarpa racconta di essere iniziato alla lavorazione del vetro a Murano a soli 25 anni, lavorando presso la vetreria Venini, un luogo significativo per la storia della famiglia. Le sue opere, esposte al MoMA e al Louvre, includono pezzi iconici come la sedia Libertà e vari articoli per noti marchi come Cassina e Flos. Tuttavia, sorprendentemente, Scarpa ammette di non aver mai visto le sue opere in questi musei.
Nell’intervista, parla del suo passato, delle sfide del design moderno e del passaggio della produzione di vetro in Cina, notando l’incapacità dei veneziani di difendere il loro prodotto. Riflessioni sul padre, un uomo descritto come severo ma appassionato, rivelano un legame complesso. Sebbene non abbiano mai lavorato insieme, Tobia riconosce l’influenza paterna.
Scarpa ha affrontato tragedie personali, perdendo due figli in incidenti stradali, e parla della necessità di superare il dolore. A livello professionale, evidenzia il valore del lavoro manuale e l’importanza di godere del processo creativo.
Alla domanda su un possibile museo dedicato a lui, risponde condividendo la volontà che tutte le sue opere vengano distrutte dopo la sua morte, rispecchiando un approccio umile e pratico alla vita e al lavoro. Infine, Scarpa dichiara di non avere intenzione di andare in pensione, trovando gioia nel suo lavoro quotidiano.
Elaborazione AI: RassegnaNotizie.it
Fonte: www.corriere.it