Due alpinisti italiani, Paolo Cocco e Marco Di Marcello, avevano intrapreso un’impresa di scalata sul Dolma Khang, una vetta himalayana di 6300 metri di altitudine mai scalata prima da alpinisti italiani. L’impresa era stata definita come “un cammino di constitutione sotto lo stesso cielo” e faceva parte di una spedizione internazionale di 12 alpinisti.
Tuttavia, una valanga ha travolto il campo base del picco Yalung Ri durante la notte, causando la morte di sette alpinisti, tra cui Cocco e Di Marcello. Gli altri sono stati tratti in salvo e trasportati in elicottero a Katmandu. Lo sherpa della spedizione ha riferito di aver visto i corpi delle vittime.
Un’altra spedizione italiana era intenta a scalare il Panbari, una montagna remota del Nepal occidentale di settemila metri d’altezza. Anche in questo caso, l’impresa si è trasformata in tragedia, causando la morte di Alessandro Caputo e Stefano Ferronato. Un altro membro della spedizione, Valter Perlino, si è salvato per un soffio dopo aver abbandonato la missione a causa di una trombosi al piede.
Le autorità locali hanno affermato che ci vorranno giorni per recuperare i corpi a causa delle difficili condizioni meteorologiche. La Farnesina segue la situazione in contatto con i familiari delle vittime. È stata sollevata polemica per i ritardi nei soccorsi, dovuti alla lentezza nell’arrivo delle autorizzazioni governative per far alzare in volo gli elicotteri nella zona.

