Il generale Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e attuale presidente della Fondazione Icsa, ha lanciato un allerta sulla debolezza della difesa italiana. Secondo il generale, se l’Italia fosse attaccata come Israele, non avrebbe le competenze necessarie per proteggere i propri cittadini. Egli evidenzia tre criticità principali: la difesa aerea, la cyberdefesa e la carenza di personale nell’esercito, accentuata da una crisi vocazionale che rende difficile attrarre nuovi giovani.
Tricarico sottolinea che il settore cyber è in forte ritardo, tanto che sono necessarie competenze di livello inferiore rispetto a quelle universitarie per trovare personale adeguato. Denuncia anche l’insufficienza di materiali bellici, affermando che molti gruppi armati sono assegnati alla NATO ma devono affrontare difficoltà per mantenere le necessarie verifiche.
Il generale critica l’operazione Strade Sicure, valutando che i militari impiegati in tali attività siano sottratti alla difesa reale. Propone il recupero di ex professionisti militari per aumentare la capacità operativa. Riguardo all’Esercito, esprime preoccupazioni, osservando che anche la Marina e l’Aeronautica sembrano disconnesse dalle reali necessità difensive.
La crisi dell’apparato militare, secondo Tricarico, è il frutto di quindici anni di scelte sbagliate, culminate nella riforma Di Paola, che ha ridotto gli organici e incrementato l’età media delle forze armate. Sottolinea l’assenza di una strategia coerente, evidenziando che le strutture militari non sono in grado di adattarsi alle minacce contemporanee, come gli attacchi informatici.
Infine, il generale menziona la questione della cyberdifesa, lamentando la mancanza di risorse adeguate e di un’intelligence militare operativa, che dovrebbe supportare le forze armate in modo più efficace.