Nel suo secondo mandato, Donald Trump ha radicalmente cambiato la politica estera degli Stati Uniti, evolvendo da una strategia di “America First” a una condizione di “America Alone”. Questo approccio ha portato a un crescente isolamento internazionale.
La retorica di Trump ha enfatizzato un nazionalismo spinto, con una netta riduzione dell’impegno degli USA verso alleanze tradizionali e organizzazioni internazionali. La sua amministrazione ha ritirato gli Stati Uniti da vari accordi strategici, inclusi quelli sul nucleare e sul cambiamento climatico, creando tensioni con i partner storici.
Le scelte di Trump hanno generato preoccupazioni tra gli alleati europei e in Asia, evidenziando un’incertezza su come Washington risponderà a crisi globali. La decisione di spostare l’ambasciata statunitense in Israele a Gerusalemme ha ulteriormente complicato i rapporti con il Medio Oriente.
Con la guerra in Ucraina, la posizione di Trump ha suscitato dibattiti interni sul supporto militare e sul ruolo degli Stati Uniti come leader nel sostenere la democrazia nel mondo. La sua retorica ha anche alimentato conflitti con potenze decisionali come la Russia e la Cina, ponendo dubbi sul futuro dell’alleanza NATO e sul sistema di sicurezza internazionale.
Il passaggio da “America First” a “America Alone” ha segnato un’era di incertezze, che continua a influenzare la percezione e il ruolo degli Stati Uniti sulla scena mondiale, complicando rapporti bilateral e multilaterali cruciali.
Elaborazione AI: RassegnaNotizie.it
Fonte: lavocedinewyork.com