Donald Trump ha attuato dazi su un’ampia gamma di paesi, sia amici che nemici, con tariffe calibrate intorno al 50% rispetto a quelle applicate alle esportazioni statunitensi. I paesi più colpiti sono Cambogia, Laos e Madagascar, con tariffe rispettivamente del 49%, 48% e 47%. Tra i paesi considerati “nemici”, la Cina ha una tariffa del 34%, mentre Taiwan, tradizionale alleato, è colpita con un 32%; Indonesia, Svizzera e Sudafrica seguono con tariffe del 32%, 31% e 30%. L’India ha un dazio del 26%, leggermente superiore a quello della Corea del Sud e del Giappone (25% e 24%). L’Unione Europea è soggetta a un dazio del 20%, Israele a 17%. In fondo alla lista ci sono paesi come Gran Bretagna, Brasile, Argentina, Arabia Saudita, Australia e Turchia, colpiti da una tariffa del 10%.
Tra i paesi della regione MENA (Medio Oriente e Nord Africa), gli Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita, l’Egitto e il Marocco rientrano nella categoria con la tariffa minima del 10%, considerata in linea con le soglie imposte da questi stati alle importazioni statunitensi. Questa misura rappresenta un segnale politico significativo, poiché tali paesi sono considerati storici partner strategici di Washington, con importanza particolare nei settori energetico, commerciale e militare.