Tel Aviv – Il presidente Donald Trump, attraverso messaggi sempre più aggressivi sulla sua rete sociale "Truth", ha diminuito la sua apertura a negoziati sul nucleare iraniano, avvertendo che "la pazienza ha un limite". Ha chiesto una "resa incondizionata" e ha menzionato che conosce la posizione del "leader supremo" iraniano, Ali Khamenei, definendolo un "bersaglio facile", pur specificando che non si prevede un attacco diretto a lui.
Nel frattempo, l’aviazione statunitense sta rafforzando la propria presenza militare in Medio Oriente, con piani per operazioni offensive che potrebbero includere colpi contro il sito nucleare di Fordow. L’Israele continua a colpire installazioni nucleari e obiettivi strategici, come la recente eliminazione del capo di Stato maggiore dei Pasdaran, Ali Shadmani.
In risposta, l’Iran ha attaccato Israele, con sirene d’allerta che hanno costretto milioni di persone a rifugiarsi; un attacco ha colpito un’area a nord di Tel Aviv. L’agenzia Tasnim ha affermato che i Pasdaran hanno colpito la sede di Aman e il Centro del Mossad, ma Israele non ha confermato queste informazioni.
In Iran, la situazione è critica, con gli abitanti costretti a fuggire da diverse zone per evitare gli attacchi aerei. Anche le infrastrutture stanno subendo danni significativi, con l’edificio dell’Istituto Weizmann distrutto in riposta a precedenti operazioni contro scienziati nucleari. La stampa riformista iraniana suggerisce che un rapido accordo con Israele potrebbe essere nel miglior interesse dell’Iran, vista la crescente superiorità tecnologica israeliana. Tuttavia, solo Khamenei ha l’ultima parola, rimanendo silenzioso negli ultimi giorni.
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Fonte: www.quotidiano.net