Donald Trump si trova in una posizione ambigua riguardo alla guerra in corso tra Israele e Iran, e alla questione nucleare iraniana. La sua evoluzione decisionale sembra influenzata dall’andamento del conflitto, comportandosi come un uomo d’affari che osserva i concorrenti per ottenere risultati vantaggiosi. Nonostante si consideri molto astuto, viene criticato per la sua tendenza a ritirarsi nelle decisioni difficili, un comportamento ribattezzato “Taco” (acronimo di “Trump Always Chickens Out”). Questa attitudine si è manifestata in vari ambiti, tra cui la politica sui dazi e le questioni migratorie.
Nonostante le promesse di imporre la pace in Ucraina, la situazione non è migliorata; al contrario, Putin ha intensificato i bombardamenti. In merito a Netanyahu, che ha aggredito l’Iran senza tener conto delle richieste di Trump, l’ex presidente americano è percepito come una figura che i leader mondiali possono manovrare o ignorare, approfittando della crisi di credibilità degli Stati Uniti.
Al vertice NATO in Olanda, si prevede che solo gli europei continueranno a corteggiare Trump, senza avanzare proposte concrete come l’ingresso dell’Ucraina nell’alleanza. Infine, la sua vera attenzione sembra essere rivolta all’interno degli Stati Uniti, dove è impegnato a minare la democrazia americana e a delineare i Democratici come una minaccia, con il Campidoglio e la Corte Suprema considerati strumenti nelle sue mani.
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