L’uso delle mine antiuomo continua a essere un tema scottante a livello internazionale, con diversi paesi dell’Europa orientale che stanno valutando la possibilità di ritirarsi dalla Convenzione di Ottawa, che ne vieta l’impiego. Le nazioni coinvolte includono Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Polonia e Ucraina.
Volker Türk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, ha messo in guardia sui gravi rischi che le mine antiuomo rappresentano per i civili, in particolare per i bambini. Le mine antipersona, a differenza di quelle anticarro, sono progettate per colpire gli esseri umani e, poiché si attivano automaticamente, comportano elevate vittime tra la popolazione. Il pericolo persiste anche dopo la fine dei conflitti, contaminando terreni agricoli e luoghi pubblici.
La Convenzione di Ottawa, firmata nel 1997, ha visto l’adesione di 166 Stati e ha portato a un significativo calo nell’uso delle mine antipersona. Tuttavia, negli ultimi anni, si è registrato un incremento del 22% nel numero di civili colpiti, con una schiacciante maggioranza delle vittime che è rappresentata da civili e bambini. Attualmente, circa 100 milioni di persone in 60 paesi convivono con la minaccia di queste armi.
Le stime in Ucraina indicano che oltre il 20% del territorio nazionale, circa 139.000 chilometri quadrati, è contaminato. Anche in Cambogia, le mine continuano a rappresentare un serio rischio anni dopo la conclusione del conflitto.
Türk ha esortato tutti i paesi a rispettare i loro obblighi internazionali e a fermare qualsiasi processo di ritiro dalla Convenzione, sottolineando l’urgenza di proteggere i civili dall’impatto devastante delle mine antipersona.