L’uguaglianza di genere e la promozione della pace sono principi guida nell’Unione Europea (UE), sanciti dall’articolo 2 del Trattato di Lisbona. Nel 2008, l’UE ha adottato la Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, introdurre il programma “Donne, pace e sicurezza” (DPS), che promuove la protezione e l’emancipazione delle donne nelle zone di conflitto. Questo programma è parte di un cambiamento verso una politica estera femminista, con esempi di Stati membri come Spagna, Germania e Francia che adottano tale approccio.
Nella mia ricerca sul campo in Armenia nel 2024, ho esaminato la promozione dei principi DPS da parte dell’UE in un contesto di conflitto con l’Azerbaigian, che dura da oltre 30 anni. L’UE ha storicamente cercato di mediare i conflitti post-sovietici, ma ha trovato difficoltà nel promuovere realmente l’uguaglianza di genere e la partecipazione femminile nei negoziati di pace. Nonostante l’adozione di un Piano d’Azione per DPS (2019-2024) che definisce obiettivi chiave come prevenzione e assistenza, le implementazioni sono state sporadiche e inadeguate.
Il conflitto del Nagorno-Karabakh ha colpito gravemente le donne armene, specialmente le rifugiate, che affrontano vulnerabilità crescenti e difficoltà economiche. Sebbene l’UE abbia investito in programmi di sostegno, l’approccio resta frazionato e le esigenze specifiche delle donne spesso trascurate.
Le mie raccomandazioni per l’UE includevano un miglior coordinamento e un impegno più sostanziale verso la sicurezza femminista e la pace. Un’adeguata implementazione dei principi femministi e federalisti potrebbe rafforzare il ruolo dell’UE come mediatrice di pace, garantendo una rappresentanza significativa delle donne nei processi decisionali.
Elaborazione AI: RassegnaNotizie.it
Fonte: www.taurillon.org