Negli ospedali si sta diffondendo un’epidemia nascosta causata dal Clostridium difficile (C. diff), batterio responsabile di infezioni nosocomiali comuni e altamente contagiose. Secondo uno studio della University of Utah, il C. diff si propaga “oltre 3 volte più di quanto si pensasse” e può restare inosservato per settimane, causando diarrea, dolori addominali e febbre, con una letalità del 6% negli Stati Uniti. Rubino avverte che non si stanno considerando i rischi che il batterio comporta per i pazienti.
Mentre precedenti ricerche indicavano una rara trasmissione da paziente a paziente, questo studio ha rivelato un movimento significativo del batterio nell’ambiente ospedaliero. Analizzando quasi 200 pazienti in terapia intensiva e campioni dall’ambiente ospedaliero, i ricercatori hanno scoperto che il C. diff è presente nel 10% dei pazienti e nell’ambiente circostante. I batteri individuati spesso risultavano geneticamente identici, suggerendo un’unica origine piuttosto che fonti separate.
L’epidemiologa Keegan sottolinea che, sebbene il livello di trasmissione tra pazienti rimanga simile, è emerso un maggiore movimento di C. diff tra le superfici e i pazienti. I ricercatori hanno trovato trasmissioni potenziali anche tra pazienti che non erano stati in ospedale contemporaneamente, attribuendolo alla resilienza del C. diff, in grado di sopravvivere su superfici per lungo tempo.
Gli autori esortano a rafforzare le misure di prevenzione nelle strutture sanitarie, come l’uso di dispositivi di protezione, guanti e una rigorosa igiene delle mani, per contrastare la trasmissione invisibile di questo batterio.