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giovedì, 19 Giugno, 2025
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Un lutto nascosto dietro la nascita di Frankenstein Jr.

“Sono solo e infelice. Solo una persona brutta come me potrebbe amarmi” è un lamento che riflette un’amara verità legata a Frankenstein, il romanzo di Mary Shelley pubblicato nel 1818, che ha ispirato un celebre film compiuto nel 2024. La storia è conosciuta: il mostro non venne creato da un fulmine, ma nacque durante un soggiorno di Shelley a Ginevra, ispirata da un’estate del 1816 segnata da nubi vulcaniche. Durante quel periodo, Shelley e i suoi amici, tra cui Lord Byron e Percy Bysshe Shelley, sfidarono se stessi a raccontare storie spaventose.

Una nuova raccolta di diari personali di Mary Shelley, in uscita a marzo, evidenzia che l’ispirazione per il romanzo è molto più profonda e personale di quanto si pensasse. I diari e le lettere rivelano che la tragedia dietro la trama è il misterioso suicidio della sorellastra, Fanny Imlay. La studiosa Fiona Sampson, autrice dell’introduzione alla raccolta, suggerisce che la morte di Fanny porta con sé segreti di vergogna che hanno influenzato profondamente il romanzo.

Nel periodo successivo alla sua permanenza in Svizzera, Mary, all’epoca nota come Mary Godwin, viveva a Bath con Percy Shelley e il loro bambino, sperando di trovare un posto tranquillo. Tuttavia, si ritrovarono nel bel mezzo di pettegolezzi aristocratici. La tragedia si presentò rapidamente: nel novembre dello stesso anno, l’abbandonata moglie di Percy, Harriet, si suicidò, seguita poco dopo da Fanny, il cui corpo fu rinvenuto in una stanza d’albergo a Swansea. Sampson, durante la ricerca per una biografia su Shelley, scoprì dettagli inquietanti riguardanti il ritrovamento del corpo di Fanny, lasciando aperte domande sull’identità dei suoi abiti e la natura della sua morte.

Sampson ipotizza un possibile incontro tra Fanny e Percy, suggerendo che il rifiuto amoroso da parte di Percy potrebbe aver condotto al drammatico gesto. Rebeka Russell, editor della raccolta, intende mettere in luce la vita di Mary Shelley, finora oscurata dal “mostro” e dalle figure maschili intorno a lei. Essa sottolinea le molteplici responsabilità e sfide che Mary affrontò, evidenziando la sua vita straordinaria oltre il suo lavoro letterario.

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