È stato pubblicato sulla rivista Journal of Volcanology and Geothermal Research lo studio “Chemical and isotopic characterization of groundwater and thermal waters from the Campi Flegrei caldera (southern Italy)”, condotto da un team dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, in collaborazione con diverse università italiane. Questo lavoro rappresenta il primo studio esaustivo sulla geochimica della falda flegrea dal 2005, periodo in cui è iniziata l’attuale crisi bradisismica. Ha messo in luce i complessi processi che influenzano le caratteristiche delle acque, come l’aggiunta di gas vulcanico-idrotermali, che sono essenziali per definire il modello geochimico del sistema.
Tra i risultati più rilevanti si evidenzia l’integrazione del modello concettuale con il modello fisico numerico, evidenziando la risalita di gas nell’area Solfatara-Pisciarelli e l’interazione tra fluidi vulcanici e acquiferi. Questi processi geochimici, pur essendo interconnessi, dominano in regioni specifiche, portando a una variabilità considerevole nella composizione delle acque sotterranee. Nei Campi Flegrei coesistono diverse tipologie di acque, tra cui acque fredde di origine meteorica e acque termali bicarbonate.
L’indagine ha raccolto dati da 114 campioni tra il 2013 e il 2014, contribuendo allo sviluppo di un modello geochimico che descrive l’interazione delle acque sotterranee. I risultati hanno anche portato alla creazione di una rete permanente di monitoraggio delle acque, attiva dal 2018, fondamentale per rilevare cambiamenti nel sistema e segnali di possibile attività vulcanica.