Il 9 ottobre 1963 segna uno dei disastri più tragici della storia italiana: il disastro del Vajont. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricordato la tragedia su X, sottolineando che si trattò di un evento che avrebbe potuto essere prevenuto, avvertito da segnali ignorati. La catastrofe, causata dalla frana nel bacino idroelettrico del Vajont, colpì i paesi sottostanti, provocando un’immane devastazione e la morte di quasi duemila persone.
La premier ha evidenziato come, a distanza di oltre sei decenni, questo evento rimanga una cicatrice nella memoria nazionale, un monito affinchè simili tragedie non si ripetano. Anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha rinnovato la sua vicinanza ai familiari delle 1910 vittime, sottolineando l’urgenza di lavorare per la sicurezza del territorio e per prevenire i rischi legati al dissesto idrogeologico. Questo anniversario, ha detto, ci ricorda il dolore collettivo e la responsabilità di non dimenticare.
Lorenzo Fontana, presidente della Camera, ha espresso il suo pensiero per le vittime, in particolare per i bambini perduti nella tragedia. Ha anche elogiato il coraggio dei soccorritori e la solidarietà internazionale manifestata nei giorni successivi al disastro. Ha ricordato come le comunità colpite, come Longarone, abbiano mostrato resilienza e determinazione nel ricostruirsi, pur non dimenticando il dolore subito.
Infine, il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, ha invitato tutti a riflettere sulla lezione lasciata dal Vajont. Ha avvertito che la gestione del territorio non deve mai essere sottovalutata e che non basta dire “non era mai accaduto” se ci sono segnali di pericolo. Ha ribadito che il cambiamento climatico non deve diventare un alibi per trascurare la prevenzione.
Questa tragedia rappresenta un impegno collettivo per garantire la sicurezza delle comunità, un’appello affinché il passato serva da guida per affrontare le sfide future e proteggere le vite umane. La memoria del Vajont rimane viva e rilevante, sottolineando l’importanza di una gestione responsabile delle risorse naturali e dell’ascolto delle comunità locali.