In due studi pubblicati sulla rivista Journal of the Geological Society, un gruppo di ricercatori dell’Università Federico II di Napoli ha dettagliato la tragedia di Pompei avvenuta nel 79 d.C., descrivendo un resoconto minuto per minuto dell’eruzione del Vesuvio. Questo evento, che ha sepolto circa 16mila persone, è ora considerato un “film” di 32 ore, contrario alle precedenti stime di 19 ore. Secondo il rilievo, ci sarebbe stata una finestra di cinque ore durante la quale gli abitanti avrebbero potuto fuggire, ma la paura ha prevalso. L’eruzione iniziò verso mezzogiorno con una grande nube di gas e frammenti rocciosi, intensificandosi nel pomeriggio con piogge di pomice che causarono enormi danni e panico tra la popolazione. Alle 19:06, le correnti piroclastiche iniziarono a travolgere la città, con flussi di gas caldi e tossici che si muovevano a 200 km/h, causando la vetrificazione dei tessuti umani. Queste correnti continuarono a colpire Pompei durante la notte e all’alba del 25 agosto, culminando in un’attività esplosiva che distrusse qualsiasi possibilità di sopravvivenza. La fase finale dell’eruzione, che iniziò alle 16:00, non mostrò segni di vita residua, suggerendo che la maggior parte degli abitanti fosse già morta. La testimonianza di Plinio il Giovane, un testimone oculare, è fondamentale per comprendere l’evento. Oggi, il Vesuvio rimane uno dei vulcani più pericolosi al mondo, attivo e potenzialmente pronto a eruttare nuovamente, anche se non è possibile prevedere quando accadrà.