La cronaca nera italiana continua a suscitare interesse e dibattito, con casi emblematici come il delitto di Garlasco che rimangono nella memoria collettiva. Negli ultimi anni, il fenomeno delle docuserie ha preso piede, offrendo una visione coinvolgente di casi controversi. Un esempio è la docuserie “Wanna”, che racconta la vita di Wanna Marchi, una delle televenditrici più celebri d’Italia, ora disponibile su Netflix. Diretta da Nicola Prosatore, la serie offre un’analisi approfondita della carriera di Marchi, che negli anni Ottanta raggiunse il successo vendendo cosmetici e prodotti dimagranti attraverso televendite. La sua figura, caratterizzata da uno stile teatrale e aggressivo, divenne iconica, ma il suo impero cadde all’inizio degli anni Novanta a causa di debitorie e bancarotta.
Composta da quattro episodi, la docuserie racconta anche il successivo tentativo di rinascita di Marchi e della figlia Stefania Nobile, che dopo un periodo di crisi si reinventarono attraverso nuove truffe, vendendo numeri del lotto e rituali contro il malocchio in collaborazione con il misterioso “Maestro di vita” Do Nascimento. La serie non è solo una ricostruzione della vita di Wanna Marchi, ma un’analisi della società italiana degli anni Ottanta e Novanta, influenzata dal consumismo.
“Wanna” combina interviste a esperti e materiali d’archivio, offrendo uno spaccato visivo che stimola riflessioni sulla cultura popolare. Per gli appassionati di cronaca nera, è un’opportunità imperdibile per esplorare storie vicine alla memoria collettiva italiana, rendendo il racconto non solo affascinante ma anche critico.