È tutto pronto per la 14esima edizione degli Stati Generali delle green economy, un evento annuale che si svolge nell’ambito di Ecomondo e rappresenta un punto di riferimento per i protagonisti dell’economia di domani. L’evento è promosso dal Consiglio nazionale della green economy e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, e patrocinato dalla Commissione europea e dal ministero delle imprese e del made in Italy.
Il focus di quest’anno sarà “La green economy europea nel nuovo contesto globale”, che esaminerà anche lo stato di salute dei settori della green economy, tra cui il tema della biodiversità in Europa. Secondo il Global risks report, la perdita di biodiversità e il collasso degli ecosistemi sono al secondo posto tra i maggiori rischi percepiti per i prossimi 10 anni. Un rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente mostra che solo il 15% degli habitat europei è in buono stato, il 4% è in stato scarso e il 36% è in stato cattivo.
L’Unione europea ha raggiunto il 26% di area terrestre protetta e il 12% di aree marine protette, ma il progresso complessivo delle aree protette è lento e dovrà più che raddoppiare per raggiungere l’obiettivo del 30% entro il 2030. La connettività forestale, un indicatore dello sviluppo territoriale delle reti ecologiche, era dell’80,6% nel 2021, con una diminuzione dello 0,8% rispetto al 2018.
Le ragioni delle difficoltà e dei ritardi sono attribuibili alla crisi climatica, al modello lineare e dissipativo di crescita economica e alle pressioni tradizionali dell’urbanizzazione diffusa e di un certo modello di agricoltura industriale. L’Unione europea ha adottato misure significative per la biodiversità, in particolare la Nature Restoration Law, la cui applicazione è essenziale per la tutela e il ripristino del capitale naturale e di servizi ecosistemici essenziali per il benessere e lo sviluppo dell’Europa.
