Un allerta è stato lanciato da uno dei membri di un gruppo di scialpinisti travolti da una valanga a Cortina d’Ampezzo. A 2.300 metri di quota, due scialpinisti, Elisa De Nardi, 40 anni, e Abel Ayala Anchundia, 38 anni, sono rimasti sepolti sotto tre metri di neve per due ore. I soccorritori, supportati da un’unità cinofila, sono riusciti a rintracciarli e portarli in ospedale, ma entrambi sono deceduti a causa delle gravi condizioni. La ricerca di De Nardi è stata complicata dall’incapacità iniziale di rilevare il segnale dell’Artva, il dispositivo che aiuta a localizzare le persone sepolte nella neve. Un cane di nome Zen ha infine scoperto la donna, permettendo di individuare l’area di ricerca.
Nonostante i soccorsi, De Nardi e Ayala Anchundia non sono sopravvissuti: lei è stata trasportata in elicottero all’ospedale di Treviso, ma è morta in serata. Ayala Anchundia è stato trasferito a Mestre, dove ha lottato tra la vita e la morte per diverse ore. Il gruppo contava un quarto membro che, non ferito, aveva dato l’allerta e aiutato un altro scialpinista lievemente ferito durante la valanga.
La giornata si è rivelata pericolosa in tutta la regione, con il bollettino meteo che segnalava un alto rischio di valanghe a causa delle recenti temperature elevate e della scarsa visibilità. Oltre all’incidente in Veneto, ci sono stati altri eventi simili, inclusi due scialpinisti feriti in Trentino e quattro coinvolti in Val di Susa, di cui uno con gravi traumi.