Papa Leone XIV afferma che siamo chiamati a essere messaggeri di amore, speranza e misericordia in un mondo ferito e sofferente, affinché tranquillità e pace possano prevalere nei cuori delle persone. Anche Papa Francesco sostiene che le parrocchie e le comunità debbano diventare isole di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza. La misericordia è il “trait d’union” dei pontificati e rappresenta l’essenza della Chiesa e il suo mandato.
La Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen Gentium, definisce la Chiesa come il sacramento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano. Robert Fracis Prevost, nella lettera apostolica “Disegnare nuove mappe di speranza”, sottolinea che l’educazione cattolica non può tacere davanti alle sofferenze dei poveri e invoca un’educazione alla pace disarmata e disarmante che insegni a deporre le armi della parola aggressiva e dello sguardo che giudica.
La misericordia non può essere disgiunta dalla verità e dalla giustizia, proprio per essere credibile e per mantenersi fedeli ai documenti del Concilio. La nozione di misericordia fa parte della tradizione cristiana e del patrimonio del Vaticano II, ma il modo di presentarla dell’attuale Magistero si capirebbe difficilmente senza la grande apostola della Divina Misericordia, santa Faustina Kowalska.
Faustina Kowalska, una suora polacca, è stata canonizzata nel 2000 e ha ispirato Giovanni Paolo II nell’istituire la domenica della misericordia. La sua dedizione alla misericordia ha dato vita a comunità, istituzioni e gruppi in tutto il mondo. La sua storia è quella di una donna umile e devota che ha ricevuto visioni e rivelazioni che l’hanno portata a scrivere un diario spirituale. La sua santità non è dovuta a questi fatti straordinari, ma all’unione intima dell’anima con Dio. Le reliquie di Faustina Kowalska si trovano a Cracovia-Lagiewniki, nel santuario della Divina Misericordia.
