Papa Francesco ha espresso la sua profonda vergogna riguardo agli abusi sui minori durante un incontro a Bruxelles con autorità politiche, religiose, imprenditori e rappresentanti della società civile e della cultura. Ha sottolineato che gli abusi minorili rappresentano una vergogna collettiva di cui tutti dobbiamo chiedere perdono. Riferendosi alla tragedia dei Santi Innocenti, ha fatto notare che, mentre si guarda al passato con orrore per gli atti compiuti dal re Erode, oggi la stessa Chiesa è coinvolta in tali crimini. Il Papa ha esortato tutti a fare il possibile per garantire che simili atrocità non si ripetano.
Sebbene ci sia una percezione comune che la maggior parte degli abusi avvenga all’interno delle famiglie, Francesco ha affermato che anche un solo caso di abuso commesso nella Chiesa è sufficiente per giustificare una richiesta di perdono da parte dell’istituzione ecclesiastica. Questa affermazione evidenzia una responsabilità morale e spirituale che la Chiesa deve riconoscere e affrontare. Il Pontefice ha descritto la situazione come una “vergogna e umiliazione” per la Chiesa, evidenziando l’urgenza della questione e la necessità di un impegno tangibile per proteggere i minori e prevenire futuri abusi.
L’incontro dimostra l’importanza di un dialogo aperto e onesto su temi delicati come quello degli abusi sui minori, riflettendo anche una volontà da parte della Chiesa di confrontarsi con il proprio passato e cercare di riparare i danni causati. La richiesta di perdono non è solo una forma di riconoscimento dei torti, ma anche un passo fondamentale verso la costruzione di una comunità più sicura e giusta, dove la dignità e i diritti dei minori siano protetti e rispettati. Papa Francesco ha affermato chiaramente che, per il bene della Chiesa e della società, è fondamentale prendere provvedimenti concreti e efficaci per prevenire abusi e per garantire che non si ripetano in futuro.
In sintesi, il messaggio del Papa è un richiamo alla responsabilità collettiva nella lotta contro gli abusi sui minori e un invito a tutti, in particolare alla Chiesa, a riflettere su come possiamo proteggere i più vulnerabili nella nostra società.